“La prima considerazione
da fare è che la frammentazione della sinistra italiana
rappresenta un problema. Non solo di oggi, ma storico. Una
sinistra che fa minoritaria del Paese e nel Parlamento.
Invece serve una sinistra responsabile che vuole governare e
che non si vuole relegare a una opposizione duratura nel
tempo e improduttiva”.
Lo afferma il sentore
socialista Enrico Buemi, responsabile giustizia del PSI e
candidato della Lista Insieme, nel collegio Piemonte 02 –
Moncalieri (To).
“Sappiamo – continua Buemi –
che le opposizioni, come regola, non producono cambiamento,
casomai lo frenano. Perché le opposizioni vogliono impedire
che le maggioranze realizzino il loro programma. Ma nei
programmi della maggioranza di segno opposto vi possono
essere contenuti evolutivi delle condizioni generali. Il che
deve essere il fine ultimo di ogni attività politica”.
E la Lista Insieme? La Lista Insieme cerca di affrontare questo
problema di una sinistra divisa. Tentando di sintetizzare
esperienze positive che hanno cercato di interpretare il
cambiamento ma mantenendo anche la sensibilità verso i
grandi problemi. A partire da quello della giustizia
sociali, della tutela dell’ambiente e delle politiche
economiche che devono creare le condizioni per ridistribuire
le risorse.
E proprio su questo
punto l’appoggio dato da Prodi è fondamentale. Prodi interpreta quello spirito che mette in campo
esperienze e culture diverse che sono una caratteristica
positiva dell’Italia. Noi non siamo un monoblocco. Nel
nostro Paese storicamente vi è stata vivacità. A volte ha
creato situazioni negative, ma nella maggior parte dei casi
ha prodotto una forte evoluzione. Il fatto che gli italiani
e lo Stato italiano nel mondo, sono percepiti come
peculiarità positiva, deriva anche da questo. Le nostre
forze armate sono percepite nel mondo come più attente e
capaci di altre a interagire nei territori, i nostri
prodotti sono tra i più apprezzati. Tutte queste
caratteristiche producono anche diversità politiche. E la
diversità è che l’Italia è un paese con tre-quattro storie
di cultura politica di grande spessore che hanno
rappresentato anche dei punti di riferimento per altre
storie. Prodi rappresenta questo. Lo ha detto lui stesso.
Prodi rappresenta una politica plurale che però è capace di
trovare le sintesi.
L’opposto della
vocazione maggioritaria. La vocazione maggioritaria la aveva anche la
Democrazia Cristiana per una certa fase ma la ha subito
superata. Nel ‘48 vinse le elezioni ma capì dopo il ‘53 che
anche i pariti minori socialdemocratici, repubblicani
liberali e socialisti negli sessanta, erano necessari per
governare il paese. Ma era in qualche modo d’accordo anche
con il partito comunista. Il dibattito è stato riempito di
dialettica positiva dando contenuto alle esperienze. Vi è
stata la dimostrazione che vi era la capacità di interagire
in maniera plurale.
E l’operazione
portata avanti da LeU? Che ne pensi?
Mi interrogo come sia
possibile che Bersani, D’Alema ed altri si trovino ad essere
solidali con i radicali di una sinistra inconcludente invece
di essere interlocutori di una sinistra riformista anche se
con tutte le sue differenze e i suoi errori. Renzi ne ha
commessi sicuramente tanti, ma non può essere perso di vista
quello che è l’elemento essenziale di mantenere un’unità
strategica. Vi è una sinistra, quella responsabile, quella
riformista, quella gradualista, quella che ha i piedi
piantati per terra nei bisogni della gente, delle imprese e
nell’economia nel suo insieme. È questo il nostro terreno.
Altrimenti è evidente che poi vince la destra.
Ma il loro obiettivo
potrebbe essere proprio quello del tanto peggio tanto meglio E io questo lo ho anche scritto. Era una logica
della sinistra radicale, addirittura della sinistra
extraparlamentare e brigatista. Quella di una strategia
pseudo-rivoluzionaria dove però le rivoluzioni portano ai
fascismi e non ai cambiamenti positivi.
A proposito di
fascismi le cronache delle ultime settimane non sono
tranquillizzanti… Vero. Ma in parte. Questo è anche frutto di errori
e sottovalutazioni di una emarginazione sociale che sta
diventando di grandi dimensioni. Dovuta anche ai fenomeni
economici legati alla globalizzazione. Si è creato uno
sviluppo economico non ordinato, ovvero dove la politica ha
rinunciato a dare parametri e regole fondamentali per creare
le condizioni affinché esso avvenisse dentro determinare
coordinate, sia di Stati che si aree geografiche. È evidente
che in questo modo si sono create sacche di emarginazione.
Quando la povertà dilaga e le sinistre diventano
inconcludenti per varie ragioni, perché da un lato hanno
proposte utopistiche o dall’altra abbandonano i loro
riferimenti fondamentali e scimmiottano i sistemi
liberistici, allora si crea questo disagio. E questo disagio
produce destra, non produce più sinistra.
Un disagio dove
pescano anche i 5 Stelle e Lega… È questo il punto. Una sinistra che vuole tutelare
effettivamente è una sinistra che deve essere gradualista.
Diamo un giudizio su
questi cinque anni. Questa legislatura è stata problematica ma di
grande capacità di produzione di atti e di politiche. In
tanti settori. Come in quello dei nuovi diritti. Dall’altra
parte però le politiche economiche hanno più difficoltà ad
affermarsi. Per l’affermazione dei diritti bastano atti
parlamentari. Per le politiche economiche invece serve anche
il tempo. Per realizzare sviluppo, ricchezza e poi
distribuirla serve tempo e contingenze internazionali
favorevoli. Quindi il processo è più lento, il cammino è
iniziato, ma dobbiamo mettere a punto ulteriormente
meccanismi e strumenti.
Gentiloni ha detto
che lui non sbatte i pugni sul tavolo perché l’Italia, per
il ruolo centrale che ha nell’Unione, non ne ha bisogno. Che
ne pensi?
Condivido l’atteggiamento di
Gentiloni. Fa parte della consapevolezza dei rapporti di
forza. L’Europa dei governi, perché non esiste ancora
l’Europa dei popoli, è un contesto molto concreto.
E qui contano i rapporti di
forza. Inutile andare a un tavolo a gridare quando i
rapporti di forza non sono stati costruiti in maniera
adeguata. Allora Gentiloni fa bene a muoversi in questo
modo. Sono le politiche che tendono a modificare quei
rapporti e non l’atteggiamento. Il resto va bene per i
media. Abbiamo una subalternità rispetto alla Germania. Essa
ha una sua economia più forte della nostra, i suoi conti più
in ordine dei nostri la sua capacità di visione è più lunga
della nostra. Noi per varie ragioni invece siamo più portati
a guadare al domani piuttosto che al futuro.
In chiusura i 5
Stelle. Parlano della loro diversità. Ma le cronache non
sono molto tenere con loro…
La notizia di un’indagine a
carico del Presidente del Potenza calcio per riciclaggio fa
smarrire completamente al cosiddetto candidato premier Luigi
Di Maio qualsiasi nozione di diritto costituzionale. Capisco
che di fronte alla vera notizia del candidato indagato per
riciclaggio se ne debba creare una finta, in cui il
candidato premier si reca con qualche settimana di anticipo
dal presidente Mattarella, il quale giustamente non ha
trovato il tempo di riceverlo perché occupato in altri
impegni più seri e l’ha fatto ricevere dal suo segretario
generale.
La notizia vera, invece, è
ancora un’altra, cioè che il movimento di cui Di Maio è il
capo dice: “Se confermate le accuse non faremo sconti”,
quindi linea garantista. Il problema, però, è sapere quando
la ghigliottina, che loro hanno ripetutamente rivendicato
dovesse essere applicata agli altri, scatterà: con rinvio a
giudizio, condanna in primo grado o sentenza passata in
giudicato? Noi siamo sempre stati garantisti e rimaniamo
tali, però ci fa un po’ specie che il rigore annunciato in
tutte le vicende degli anni scorsi riguardanti esponenti
politici indagati e le gazzarre organizzate all’interno di
Senato e Camera, con Di Maio protagonista, oggi si siano
trasformate in un atteggiamento, da noi ritenuto giustamente
garantista, in attesa di verifica sulle responsabilità del
Presidente del Potenza calcio. Ancora una volta ci troviamo
di fronte a un metro e due misure a seconda se la misura
riguardi gli avversari oppure gli amici.
Intervista a cura di Daniele Unfer pubblicata
su Avanti! il 23
febbraio 2018
Per farcela ho
bisogno di tutti e di tutto il vostro aiuto!
ANCHE I LAICI POSSONO
FARE MIRACOLI, ma tutti INSIEME !
"Sui diritti dei cittadini, necessaria chiarezza
normativa e obiettivi precisi, la ricerca di
compromessi al ribasso non aiuta".
Così ha dichiarato Enrico Buemi, Capogruppo Psi
in commissione Giustizia al senato, a margine
della seduta in cui procede l'esame degli
emendamenti presentati al Ddl Cirinnà sulle
unioni civili. "E' evidente che la parificazione
delle unioni civili al matrimonio, non in
termini morali ma nei riflessi sulla finanza
pubblica che ne deriverebbero, anche per le
eventuali strumentalizzazioni per finalità
puramente economiche, rappresenta un problema
che deve essere valutato - ha commentato Buemi -
ma ciò non toglie che l'Italia, senza una legge
seria sulle unioni omosessuali, rimane fuori dal
contesto dei paesi civili in materia di diritti
individuali e di coppia", ha aggiunto il
senatore socialista. "Inoltre, rende difficile
il confronto l'ostruzionismo diffuso su tutti i
punti significativi di una normativa che,
comunque, contiene una complessità per le
interazioni con altri istituti giuridici
fondamentali per i cittadini", ha concluso Buemi.
- See more at: http://www.partitosocialista.it/index.php/component/k2/unioni-civili-buemi-la-ricerca-di-compromessi-non-aiuta#sthash.Xbgl9rjl.dpuf
"Sui diritti dei cittadini, necessaria chiarezza
normativa e obiettivi precisi, la ricerca di
compromessi al ribasso non aiuta".
Così ha dichiarato Enrico Buemi, Capogruppo Psi
in commissione Giustizia al senato, a margine
della seduta in cui procede l'esame degli
emendamenti presentati al Ddl Cirinnà sulle
unioni civili. "E' evidente che la parificazione
delle unioni civili al matrimonio, non in
termini morali ma nei riflessi sulla finanza
pubblica che ne deriverebbero, anche per le
eventuali strumentalizzazioni per finalità
puramente economiche, rappresenta un problema
che deve essere valutato - ha commentato Buemi -
ma ciò non toglie che l'Italia, senza una legge
seria sulle unioni omosessuali, rimane fuori dal
contesto dei paesi civili in materia di diritti
individuali e di coppia", ha aggiunto il
senatore socialista. "Inoltre, rende difficile
il confronto l'ostruzionismo diffuso su tutti i
punti significativi di una normativa che,
comunque, contiene una complessità per le
interazioni con altri istituti giuridici
fondamentali per i cittadini", ha concluso Buemi.
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"Sui diritti dei cittadini, necessaria chiarezza
normativa e obiettivi precisi, la ricerca di
compromessi al ribasso non aiuta".
Così ha dichiarato Enrico Buemi, Capogruppo Psi
in commissione Giustizia al senato, a margine
della seduta in cui procede l'esame degli
emendamenti presentati al Ddl Cirinnà sulle
unioni civili. "E' evidente che la parificazione
delle unioni civili al matrimonio, non in
termini morali ma nei riflessi sulla finanza
pubblica che ne deriverebbero, anche per le
eventuali strumentalizzazioni per finalità
puramente economiche, rappresenta un problema
che deve essere valutato - ha commentato Buemi -
ma ciò non toglie che l'Italia, senza una legge
seria sulle unioni omosessuali, rimane fuori dal
contesto dei paesi civili in materia di diritti
individuali e di coppia", ha aggiunto il
senatore socialista. "Inoltre, rende difficile
il confronto l'ostruzionismo diffuso su tutti i
punti significativi di una normativa che,
comunque, contiene una complessità per le
interazioni con altri istituti giuridici
fondamentali per i cittadini", ha concluso Buemi.
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"Sui diritti dei cittadini, necessaria chiarezza
normativa e obiettivi precisi, la ricerca di
compromessi al ribasso non aiuta".
Così ha dichiarato Enrico Buemi, Capogruppo Psi
in commissione Giustizia al senato, a margine
della seduta in cui procede l'esame degli
emendamenti presentati al Ddl Cirinnà sulle
unioni civili. "E' evidente che la parificazione
delle unioni civili al matrimonio, non in
termini morali ma nei riflessi sulla finanza
pubblica che ne deriverebbero, anche per le
eventuali strumentalizzazioni per finalità
puramente economiche, rappresenta un problema
che deve essere valutato - ha commentato Buemi -
ma ciò non toglie che l'Italia, senza una legge
seria sulle unioni omosessuali, rimane fuori dal
contesto dei paesi civili in materia di diritti
individuali e di coppia", ha aggiunto il
senatore socialista. "Inoltre, rende difficile
il confronto l'ostruzionismo diffuso su tutti i
punti significativi di una normativa che,
comunque, contiene una complessità per le
interazioni con altri istituti giuridici
fondamentali per i cittadini", ha concluso Buemi.
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"Sui diritti dei cittadini, necessaria chiarezza
normativa e obiettivi precisi, la ricerca di
compromessi al ribasso non aiuta".
Così ha dichiarato Enrico Buemi, Capogruppo Psi
in commissione Giustizia al senato, a margine
della seduta in cui procede l'esame degli
emendamenti presentati al Ddl Cirinnà sulle
unioni civili. "E' evidente che la parificazione
delle unioni civili al matrimonio, non in
termini morali ma nei riflessi sulla finanza
pubblica che ne deriverebbero, anche per le
eventuali strumentalizzazioni per finalità
puramente economiche, rappresenta un problema
che deve essere valutato - ha commentato Buemi -
ma ciò non toglie che l'Italia, senza una legge
seria sulle unioni omosessuali, rimane fuori dal
contesto dei paesi civili in materia di diritti
individuali e di coppia", ha aggiunto il
senatore socialista. "Inoltre, rende difficile
il confronto l'ostruzionismo diffuso su tutti i
punti significativi di una normativa che,
comunque, contiene una complessità per le
interazioni con altri istituti giuridici
fondamentali per i cittadini", ha concluso Buemi.
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normativa e obiettivi precisi, la ricerca di
compromessi al ribasso non aiuta".
Così ha dichiarato Enrico Buemi, Capogruppo Psi
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della seduta in cui procede l'esame degli
emendamenti presentati al Ddl Cirinnà sulle
unioni civili. "E' evidente che la parificazione
delle unioni civili al matrimonio, non in
termini morali ma nei riflessi sulla finanza
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eventuali strumentalizzazioni per finalità
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contesto dei paesi civili in materia di diritti
individuali e di coppia", ha aggiunto il
senatore socialista. "Inoltre, rende difficile
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comunque, contiene una complessità per le
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normativa e obiettivi precisi, la ricerca di
compromessi al ribasso non aiuta".
Così ha dichiarato Enrico Buemi, Capogruppo Psi
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emendamenti presentati al Ddl Cirinnà sulle
unioni civili. "E' evidente che la parificazione
delle unioni civili al matrimonio, non in
termini morali ma nei riflessi sulla finanza
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eventuali strumentalizzazioni per finalità
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contesto dei paesi civili in materia di diritti
individuali e di coppia", ha aggiunto il
senatore socialista. "Inoltre, rende difficile
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punti significativi di una normativa che,
comunque, contiene una complessità per le
interazioni con altri istituti giuridici
fondamentali per i cittadini", ha concluso Buemi.
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Sandro Pertini
L'idea di socialismo
Loris Fortuna
Pietro Nenni
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2013 La Questione Sociale Webmaster & Design by Francesco Alati