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Quella sfilata di bellezza al posto dell’esame di chimica e letteratura

Quando parliamo di sfilate di solito ci riferiamo a delle manifestazioni in cui molte belle ragazze si esibiscono e mostrano talenti, intelligenza, creatività e bellezza. Ci sono i Talent che servono a scovare la cantante o la ballerina più brava. Ci sono i reality che sono usati per fare emergere qualcun@. Ci sono le sfilate vere e proprie che valorizzano la bellezza, lo charme, il fascino di una donna e in questi eventi sarà la più bella ad essere eletta e così destinata ad un piccolo, nullo, o grande successo. La vincitrice potrà diventare un’attrice, una show girl, una presentatrice tv, una interprete di fiction. Ecco, queste sono le cose che possono essere associate al concetto di “Miss qualcosa”.

Ma se la passerella è destinata a una studentessa che ha meritato ottimi voti per riuscire a conseguire il tanto auspicato titolo di laurea, cosa pensate potrebbe essere posto in evidenza? Quale talento? Per quale particolare caratteristica questa donna potrà essere valutata come potenziale destinataria di un premio, un riconoscimento, o il titolo di Miss?

Io, ad esempio, molto ingenuamente, mi limiterei a pensare alla vincitrice di una gara di abilità riferite al titolo di studio conseguito. Se sei un ingegnere aerospaziale forse potresti essere sottoposta ad una simulazione, alla progettazione di qualcosa di unico che solo tu potresti creare. Se sei una laureata in lettere potresti vincere un premio per la tua grande conoscenza di autori e autrici della letteratura internazionale o potresti vincere perché hai scritto un’opera unica, bellissima, che potrebbe essere pubblicata. Ecco, a questo, molto timidamente, io mi riferirei se pensassi a un concorso per giovani universitarie. Mi piacerebbe si premiasse il merito, per il quale riconoscimento queste ragazze hanno sudato per anni e anni. Invece no.

All’Università La Sapienza hanno un modo innovativo per premiare l’abilità delle donne. Vorrebbero, forse, aiutarle ad ampliare i loro orizzonti. Perché accontentarti del premio come migliore matematica dell’ateneo se puoi niente meno che aspirare al titolo di Miss Università 2015? Così potrai capire che gli anni persi a studiare sono stati, per l’appunto, persi perché per quanto tu ti sia sforzata per fare notare altro di te che non sia il tuo aspetto in realtà ti dicono che è la cosa che conta più di tutto. E se ci pensate bene non è forse questo il corretto messaggio che una università come si deve dovrebbe rinviare alle sue studentesse?

Invidiate le vincitrici che sfilano in minigonna per farsi giudicare da gente che con l’università non so che c’entri a parte il Magnifico Rettore Eugenio Gaudio che ha presieduto la giuria per l’elezione della Miss di quest’anno. Invidiatele perché il prossimo anno – udite, udite – su quel palco, a mostrare le vostre grazie potreste esserci voi. Qualcuno potrebbe ora pensare che io sia un po’ moralista o che giudichi queste ragazze per la scelta di partecipare. Io non ho alcun problema con chi decide di investire su queste opportunità. Ciascuna sceglie liberamente quel che vuole fare, come farlo e perché.

Quel che critico, sperando di non essere assolutamente fraintesa, è il fatto che una Università possa rinviare questo messaggio che stabilisce come il merito, per una studentessa, sia definito per via delle sue misure. Sei brava perché sei intelligente e hai preso tutti trenta, però sei una Miss perché hai anche un bel culo, belle tette, bella faccia e sei bella nel complesso. In questo caso potreste spiegarmi qual è il valore dell’istruzione in Italia?

Se una università, che si ritiene possa far cultura, non bada innanzitutto a smontare gli stereotipi sessisti, giocarci su, magari, ironizzarci, permettendo alle ragazze e anche ai ragazzi, di reinventare qualcosa, decostruendo e sovvertendo formule così stantìe di selezione delle femmine, se l’università non fa tutto questo, chiamando a esprimere un parere chi si occupa di comunicazione o chi si occupa di studi di genere, allora a cosa serve? Perché io dovrei farmi anni di università quando per realizzarmi mi basta partecipare a una sfilata? Ma ditelo, no? Mi sono laureata in medicina ma il titolo di Miss mi apre molte porte. Mi sono laureata in giurisprudenza ma prima che la conoscenza del diritto viene valutata, per quel che mi riguarda, la mia bellezza fisica. Mi resta qualche dubbio. Potreste dirmi, voi che avete organizzato questa cosa, cosa volevate comunicare esattamente?

 

Articolo di Eretica pubblicato su Il Garantista il 28 maggio 2015

 

 

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