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In Piemonte nuova vita ai borghi alpini

35 villaggi già riqualificati, 50 quelli ristrutturabili: un’occasione per lo sviluppo sostenibile del territorio

Ostana, Chiaves e le Sellette, piccoli borghi della montagna piemontese, è tornata la vita. Fino a qualche anno fa, nonostante la bellezza della natura circostante, erano solo una manciata di case di pietra disabitate, ormai in abbandono. Oggi, grazie a interventi di riqualificazione, gli edifici diroccati sono stati rimessi a nuovo per ospitare imprese, turisti, ma anche persone che hanno fatto di queste baite la loro casa. “Tra il 2007 e il 2013, grazie anche ai fondi del Piano di sviluppo rurale regionale, sono stati recuperati attraverso interventi pubblici o privati 35 complessi. E almeno altri 50 rimangono da riqualificare”, spiega Marco Bussone dell’Uncem (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) Piemonte, che con il programma “Borghi Alpini” monitora e promuove gli interventi di riqualificazione dei piccoli centri di alta quota. “Ricevo quasi ogni giorno telefonate da persone interessate a investire in borghi alpini: fino a poco tempo fa nessuno parlava dell’importanza del recupero di queste aree, che si traduce in sviluppo, nuovi posti di lavoro, cura del territorio, turismo sostenibile”. Oltre a evitare un ulteriore consumo di suolo, problema che in molte aree montane – in Piemonte, una su tutte, la Valsesia – è all’ordine del giorno.

Tra i villaggi ancora da riqualificare ci sono anche Gilli (Val Chisone), Calsazio (Val dell’Orco) e Lunella (Valli di Lanzo). Tutti e tre sono stati messi in vendita – anche se senza risultati – su eBay. “L’idea di eBay – continua Bussone, responsabile “Borghi Alpini” – è stata nostra: l’obiettivo era dare visibilità a questi villaggi, e infatti grazie alla piattaforma di e-commerce se ne è parlato molto”. Certo, il problema è che al prezzo di vendita vanno poi aggiunte le spese di ristrutturazione, “ma l’investimento è comunque vantaggioso: a Gilli ci sono stati dei sopralluoghi anche in questi giorni. Con circa 1 milione di euro è possibile acquistare e ristrutturare un borgo con 700 metri quadrati di case”. Uncem offre a chi decide di investire un supporto organizzativo e nei rapporti con i Comuni, oltre che tecnico nell’accesso ai finanziamenti. L’associazione ha anche stretto un accordo con l’Istituto di architettura di montagna del Politecnico di Torino, per fornire consigli e consulenze durante la ristrutturazione.

Gli enti locali possono fare la loro parte: “I Comuni possono agevolare il più possibile questi interventi di riqualificazione e facilitare le vendite. Spesso la proprietà di questi borghi è molto frammentata, sono i sindaci che possono andare a bussare ai proprietari e capire se sono intenzionati a cedere gli immobili. Anche dalla Regione ha capito l’importanza di riqualificare i Borghi delle Alpi: ci aspettiamo delle misure che favoriscano questi interventi”. A partire da contributi ad hoc per chi rivitalizza i borghi, già erogati anche in passato.

Articolo di Veronica Ulivieri pubblicato su www.conewswebe.it il 12/3/2015

 

 

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